Da quando l’uomo ha cominciato ad aggregarsi in gruppi di individui si è sempre distinto un leader. Egli era colui che si assumeva la responsabilità di provvedere alle necessità del gruppo per garantirne la sopravvivenza. Era colui che prendeva le decisioni ed il primo a portarle avanti. Era ammirato e, sebbene non sempre amato, suscitava il rispetto e spesso la sottomissione della gente di cui si faceva carico.
Non è cambiato granché nel corso dei millenni. Ciò che è cambiato, invece, è il valore che via via abbiamo associato a ciò che definiamo leadership. In altre parole, gli attributi che associamo ad un leader sono cambiati, o meglio, si sono evoluti nella misura in cui le società sono diventate sempre più complesse. Ciò che faceva di uno un leader cinque o sei mila anni fa di certo non basterebbe nel mondo di oggi. Infatti, gli attributi che venivano considerati importanti ed efficaci in un leader, da soli causerebbero più danni che bene ai tempi nostri.
Il mondo è cambiato radicalmente nel corso della storia e la leadership si è dovuta adattare a tali cambiamenti per poter restare efficace. Va detto che i cambiamenti più importanti sono avvenuti proprio negli ultimi decenni e le aziende ne sono ben consapevoli dacché i leader aziendali hanno dovuto sviluppare nuovi attributi per affrontare le sfide prodotte da ciò che può considerarsi la rivoluzione sistemica forse più radicale dell’umanità: la globalizzazione.
Ma vediamo velocemente i cinque attributi più importanti della leadership che si sono sviluppati nei secoli. Tieni conto che stiamo in effetti parlando di cinque livelli di attributi, che significa che passando da un attributo a quello successivo, quelli precedenti non diventano in alcun modo obsoleti. Si tratta di un’aggiunta, non di una sostituzione.
Primo attributo: risultati – Questo è il primo attributo basilare. Ai vecchi tempi (ma anche oggi), la capacità di raggiungere un risultato era “la” cosa che la gente ricercava in un leader. Non era così importante “come” e con quali mezzi il leader portava a compimento quei risultati. Una leadership “etica” era ancora fuori portata, ragion per cui, “il fine giustifica i mezzi” era il motto prediletto.
Secondo attributo: spina dorsale – La gente capì ben presto che la capacità di raggiungere risultati dipendeva in gran parte dai tratti caratteriali del leader. I risultati erano semplicemente gli “effetti” di azioni forti e determinate da parte di un leader capace di sopportare e superare ostacoli quando le cose si facevano difficili. Soprattutto la resilienza e la perseveranza erano tratti che un leader non poteva permettersi di non possedere quando il gioco si faceva duro.
Terzo attributo: coinvolgimento – I precedenti due attributi riguardavano solo il leader e tutto veniva caricato sulle sue sole spalle. Il consenso popolare non era così essenziale allora, ma a questo punto, soprattutto con la diffusione della democrazia quale forma ideale di governo nel mondo occidentale (quindi stiamo parlando di tempi relativamente recenti), il leader ha dovuto sviluppare la capacità di persuadere e motivare le persone a sostenere lui e la sua causa. L’aspetto emozionale della leadership è diventato fondamentale.
Quarto attributo: integrità – In tempi di pace, quando non pendevano minacce immediate sulla testa delle persone (quindi a seguito della Seconda Guerra Mondiale), questo attributo della leadership ha cominciato ad assumere primaria importanza poiché la gente voleva essere certa che il leader operasse per il loro bene, non per il proprio. Onestà, trasparenza, fiducia, affidabilità, ecc. sono diventate virtù etiche essenziali che un leader non poteva tradire.
Quinto attributo: lungimiranza – Secoli fa, ci si aspettava che un leader assicurasse la sopravvivenza ed il benessere per un periodo di tempo relativamente breve. Sei mesi, forse un anno nel futuro era il massimo di cui un leader dovesse preoccuparsi. Oggi non possiamo permetterci di pianificare per meno di qualche decennio nel futuro. Un visione ed una chiarezza nitide, insieme al senso di direzione ed una pianificazione a lungo termine sono ciò che i leader di oggi devono sviluppare per diventare credibili ed autorevoli agli occhi della massa.
Potremmo aggiungere altri attributi, come l’amore, la generosità, la positività, l’entusiasmo, l’introspezione e così via, ma rientrano tutti in qualche modo in uno dei cinque già elencati. Inoltre, avrai notato che i vari livelli (attributi) che la leadership ha acquisito nei secoli sono esattamente gli stessi che qualsiasi leader sviluppa, o dovrebbe sviluppare, nella conduzione della sua azienda. Questo è il processo attraverso il quale sia il leader che la sua azienda crescono e si evolvono, che è poi il nostro scopo ultimo. E lascia che lo ripeta: acquisire un attributo superiore della leadership non annulla quelli precedenti. Puoi essere la persona più moralmente integra e visionaria del mondo, ma se non raggiungi i risultati (primo attributo) o non mostri di avere i tratti caratteriali necessari per superare gli ostacoli (secondo attributo), la tua leadership va a farsi friggere.
Tutte le cose che ho letto o sentito sulla leadership si fermano qui ed oggi, tutto questo parlare su come essere un buon leader per il terzo millennio gira intorno al quarto e quinto attributo. Sono certo che avrai notato, tuttavia, che il mondo è cambiato drasticamente negli ultimi 20-30 anni, diventando sempre più piccolo. Di conseguenza, ha cominciato a manifestare la sua vera natura, che è sistemica. In realtà, è sempre stato così, ma oggi è diventato incontrovertibilmente evidente. Niente può succedere ovunque nel mondo che non ci tocchi, dovunque ci troviamo. Allo stesso modo, le aziende gestite finora a “macchina” (secondo il cosiddetto paradigma della Macchina) stanno co-minciando a diventare consapevoli (più o meno consciamente) della loro reale natura, anch’essa sistemica, e questo richiede un nuovo attributo della leadership.
Avrai notato che i primi cinque attributi riguardano esclusivamente la persona del leader, cioè le qualità che deve sviluppare crescendo sia come essere umano sia come manager. Questo nuovo attributo, d’altra parte, riguarda l’interazione tra il leader ed i sistemi nei quali sta operando. Questo sesto attributo (che possiamo definire “visione sistemica”) richiede competenze e capacità totalmente nuove che puntano alla conoscenza ed all’applicazione di specifiche dinamiche facenti capo alle leggi della Natura che non possiamo più permetterci di ignorare.
Come aveva detto brillantemente il grande filosofo Francis Bacon, “La Natura può essere comandata solo ubbidendole”.
Questo sì che è uno spostamento di paradigmi epocale! Anziché cercare di piegare la Natura (che include l’Uomo) al nostro volere, come abbiamo fatto finora, ci viene chiesto di comprendere le leggi basilari della Natura ed osservarle affinché la Natura (sistemi) possano lavorare PER noi anziché CONTRO di noi. Invece di applicare un tipo di controllo diretto sul nostro ambiente, come imponeva il vecchio stile di leadership, dob-biamo cercare un tipo di controllo indiretto operando in conformità con le leggi della Natura e lasciando che sia lei a fare il lavoro per noi.
Non operiamo in una realtà neutrale che possiamo piegare e plasmare come vogliamo, come abbiamo pensato finora. La realtà (Natura) è un’entità viva e reattiva e lo sarà sempre di più in futuro. Questo, però, richiede un approccio diametralmente diverso alla leadership, che credo essere la vera sfida del leader del terzo millennio.
Articolo Scritto da: Alessandro Carli